Archivio 2016

Julian Bedel, guru mondiale dei profumi ama Fellini e ha un cuore “verde”. Per le sue creazioni bottiglie in vetro riciclabile e packaging realizzato in Patagonia con il legno degli alberi caduti

Intervista di Diego Di Napoli

Parafrasando il critico musicale Jon Landau, che quando vide suonare dal vivo un giovane Springsteen, scrisse: “Ho visto il futuro del rock’n roll e il suo nome è Bruce Springsteen”, chiunque di noi provasse una delle sua fragranze, potrebbe dire: “Ho annusato il futuro del profumo, e il suo nome è Juliàn Bedel”.

In realtà bisognerebbe sottolineare che Bedel è già tra di noi dal 2010 con il suo marchio Fueguia 1833 (nome preso a prestito da un indigena argentina che aiuto Charles Darwin nelle sue ricerche naturalistiche per la definizione della teoria sull’evoluzione della specie).

Questo giovane profumiere argentino, a soli 38 anni, viene indicato come il nuovo guru mondiale delle fragranze in cui avvolgere il proprio corpo. E il perché è semplice: ha “esportato” in Europa e in Asia dalla sua Patagonia, non solo le essenze particolarissime ma anche la sua cultura, “sposando” la sua fantasia con i tratti selvaggi del sud del mondo, un mondo difficile e duro da cui viene anche Papa Francesco al quale, non a caso, ha dedicato uno dei suoi profumi.

Fueguia 1833 si distingue da tutte le altre case produttrici di profumi, sia per la sua dimensione artigianale (non tanto nei prodotti – ha già 53 profumi in portafoglio – quanto nella produzione), sia per le emozioni che riesce a infondere in ogni singola essenza. Questo avviene al principio, già prima della nascita dell’azienda nel 2010, grazie alla creazione di un laboratorio olfattivo che si distingue per la lavorazione controllata delle materie prime raccolte in loco dalle comunità locali, nell’assoluto rispetto dell’ambiente, e per l’utilizzo di specie vegetali provenienti dalle regioni più estreme dell’Argentina: erbe, legni e fiori pressoché sconosciuti nell’emisfero boreale. Ma c’è molto di più di bottiglie in vetro riciclabile e packaging realizzato completamente a mano da una scuola di carpenteria in Patagonia, usando il legno degli alberi caduti nella foresta.

Juliàn non è infatti solo un “naso”, ma un artista eclettico (nel suo studio ha un lampadario da lui realizzato, fatto di alambicchi…) che ha scelto di lavorare nel campo della profumeria ma potrebbe muoversi con la stessa grazia e leggerezza anche nel mondo della musica. E’ un chitarrista che si costruisce da solo le sue chitarre, proprio come i suoi profumi che realizza con le proprie mani, e che diffondono nell’aria quelle che potremmo definire vere e proprie “armonie olfattive”. Qualche esempio? I suoi prodotti si chiamano “Biblioteca di Babele” (sa di scaffali di cedro, pergamene, inchiostro); “Missioni” (ricorda l’odore delle chiese dei gesuiti e l’acqua delle cascate di Iguazù); e così via. Julian coltiva 1200 “ingredienti” in una riserva naturale di cinque ettari, ribattezzata “Fueguia Botany”, vista oceano Atlantico. Le parole d’ordine sono emozione e dedizione. L’ha capito anche Mick Jagger che ha scelto uno tra i tanti Fueguia 1833  che si chiama “Pulpería”: sa di polvere, cuoio e alcool e trasmette bene la  sensualità del grande rocker.

Juliàn, tra i suoi clienti vi sono tanti personaggi famosi.

Elton John per esempio è un fanatico dei miei profumi. Un amico argentino gli ha regalato una delle mie candele al profumo di gelsomino quando è venuto a cantare in Argentina. Gli è piaciuta tanto che ne ha volute 50 per addobbare la sua mega suite in albergo. Ma ho tanti altri clienti famosi, da Michelle Obama a Gwynet Paltrow, alla moglie di Steve Jobs, e anche la performer Marina Abramovich: quest’ultima venne nel nostro negozio in cerca dell’odore di un fulmine… Io le ho dato il mio “Tierra del rajo”, la terra del lampo, e l’artista è rimasta stupita ed entusiasta.  Ho avuto anche richieste più strane: come l’odore dell’insonnia.

Lei ha origini italiane?

Il papà del mio bisnonno era italiano. Il mio nonno era un entomologo francese, da cui il nostro cognome. Io e mio padre siamo appassionati di Federico Fellini e dei suoi magnifici film. Spero presto di poter venire a Rimini per poter conoscere la città di questo genio del cinema.

Ora vive e lavora a Milano.

Ho scelto di vivere, lavorare e… pagare le tasse qui perché mi piace Milano. Ho deciso di investire in Europa, dopo Nord America e Asia, poiché avevo bisogno di un posto dove produrre i miei profumi che fosse equidistante dai vari mercati. Ho valutato Londra, Parigi, Zurigo, Barcellona. Ma alla fine Milano era la migliore. 

Perché la scelta della profumeria?

Profumiere o musicista o pittore… è la stessa cosa: accordi di essenze, di note o di pigmenti. Io ho studiato tanto, sia la musica che la pittura e la profumeria. Sono nato in un ambiente di artisti, tutti i miei migliori amici lo sono! Sono cresciuto immerso dentro tanti stimoli visivi, tattili, olfattivi, sonori. E forse ho avuto anche un po’ di coraggio nello scommettere in questa impresa.

 

Ci sono personaggi che l’hanno ispirata?

Ho contemplato questa cosa. Il mio grande amico, l’attore Filippo Timi, mi diceva: “Dobbiamo fare il profumo di Cleopatra”… E io: “Perché no?!”.