Archivio 2016

Enrico Cavagna, direttore del Dipartimento di Diagnostica per Immagini dell’Ausl Romagna, partecipa a un progetto per fare di Rimini e della Romagna uno dei punti d’eccellenza per la congressistica scientifica italiana

 

Di Stefano d'Andrea

Dottor Cavagna, lei fa parte di una Community che opera per fare di Rimini e della Romagna un punto di eccellenza nell’ambito delle congressistica sanitaria. Quali sono le prerogative di quest’area? Quali i punti di forza?

La mia proposta alla Società Italiana di Radiologia Medica (S.I.R.M.) di candidare la città di Rimini come sede del nostro futuro Congresso Nazionale è stata accolta con grande favore da tutti, medici e industria, perché sono noti i numerosi punti di forza della Romagna e di Rimini in particolare. Innanzitutto, ormai molti in Italia conoscono il nostro Palazzo dei Congressi; e tutti apprezzano la comodità della sede di Rimini (pressoché baricentrica tra nord e sud Italia), e quindi la facilità con cui la si raggiunge, la vasta disponibilità di alloggi di ottimo livello e il loro eccellente rapporto qualità/prezzo, la squisita cucina romagnola, la bellezza dell’entroterra e non ultimo la famosa  tradizione dell’”ospitalità”, che per così dire “alleggerisce” l’austerità di un evento congressuale nazionale. La sede nel parco di Rimini consentirà ai congressisti più “attivi” di muoversi a piedi o in bicicletta, nell’ottica di un’esperienza “green”. Quando i colleghi avranno modo di vivere all’interno di un vero Palacongressi (e non di una fiera o di un palazzo delle mostre), gestito da un gruppo che ha maturato negli anni una solidissima esperienza nel campo degli eventi, sono certo che l’esperienza sarà completa.

Quale ruolo ricoprono i congressi per l’aggiornamento in campo medico nell’attuale fase che vede un importante protagonismo dell’e-learning del web e dei social e, a tratti, il persistere di una crisi di risorse economiche?

Oltre al ruolo educazionale, le conferenze e i congressi medici rivestono il ruolo di promotori dello sviluppo delle abilità professionali, l’interazione tra i pari, lo sviluppo di idee nuove e la ricerca del consenso in temi ancora dibattuti, la valutazione e prova di nuove apparecchiature, tutte finalizzate al miglioramento qualitativo del sistema “healthcare”. Eventi “live” come i congressi e corsi, i seminari, i simposi, i workshop e le conferenze non possono essere sostituiti così facilmente dall’e-learning, in quanto producono occasioni di scambio e confronto, apprendimento di nuove competenze ed abilità e possibilità di sviluppo di carriera che ancora la rete non consente. Il congresso permette ai partecipanti di imparare direttamente dall’esperienza dei relatori, dai loro errori, condividere le migliori pratiche cliniche e sviluppare nuove tecniche, creare “network professionali”, promuovere se stessi. E’ anche un’occasione per intrattenere rapporti con le aziende e provare sul campo le nuove tecnologie. Inoltre chi presenta relazioni al congresso ha modo di sperimentare le sue abilità sul palcoscenico: specie per i giovani questa è una un’ulteriore prova di maturità ed un modo per farsi conoscere ed apprezzare. Molto spesso è un’occasione per fermarsi a pensare, rivalutare il proprio operato, confrontando le proprie competenze con quelle dei relatori. E’ un’opportunità anche per incontrare direttamente, faccia a faccia,  alcuni “mostri sacri” del settore; i social media e gli e-media – pur connettono i pari (peers) a livello locale e internazionale - non potranno mai sostituirsi all’incontro diretto, di persona, con  un relatore carismatico. E’ esperienza di ciascuno di noi che dopo essere stati ad un congresso, aver interagito con persone che hanno gli stessi interessi,  si torna ricaricati, rinnovati, più motivati a migliorarsi, ma anche rassicurati sul proprio operato. Insomma, forse l’e-learning offre molta informazione, nel senso che incrementa il patrimonio delle conoscenze dell’individuo, ma la partecipazione diretta ad  un evento congressuale consente la formazione, cioè mira a modificare il comportamento attraverso il confronto, la motivazione, la diffusione di buone pratiche e nuovi paradigmi.

Come si pone l’Italia, a livello internazionale, negli eventi per l’aggiornamento in campo sanitario?  Intendendo sia gli aspetti normativi che qualitativi degli eventi.

Abbiamo detto che nel mondo i congressi sono moltissimi, forse troppi. Non tutti però sono organizzati da Società ampiamente rappresentative della comunità scientifica, e molti sono gestiti direttamente dall’industria. Questo in Italia, come nel resto del mondo.

La mole di obblighi, normative e linee guida  che regolano l’organizzazione di un congresso di respiro nazionale, specie in tema di partnership dell’industria, è notevole e complessa sia in Italia sia nel resto dell’Europa.

Per quanto riguarda il mio campo di interesse, cioè la Diagnostica per Immagini e la Radiologia Interventistica, il Consiglio Direttivo della Società Italiana di Radiologia Medica (S.I.R.M.)  ha da molti anni intrapreso la strada di organizzare un Congresso Nazionale con cadenza biennale, che ha ormai una struttura ben consolidata, anche dal punto di vista normativo.

La S.I.R.M., fondata nel 1913, è l’unica società di medici radiologi in Italia, e con quasi 11.000 iscritti rappresenta una delle società scientifiche più numerose in Europa.

I congressi sono quindi organizzati solo dalla nostra Società e dalle sue sezioni di studio.

Inoltre il Congresso non è strutturato in modo da offrire conferenze su temi generici, bensì offre workshop, laboratori, corsi monotematici, sessioni scientifiche, e poster notevolmente settorializzati.

La qualità scientifica dell’evento è affidata ad un Presidente del Comitato Scientifico, le cui competenze e abilità, sia professionali sia organizzative, influenzano molto la riuscita.

Confrontandolo con i Congressi europeo (ECR) e nord-americano (RSNA), che ospitano relatori di fama mondiale e mostre tecniche di enormi dimensioni,  il divario culturale si è ora notevolmente ridotto, grazie anche all’enorme diffusione dell’informazione scientifica.

Possiamo sicuramente fare di meglio nell’informatizzazione e nella dematerializzazione, ad esempio incrementando le funzionalità dell’app congressuale. Quest’ultima, oltre alle attuali funzioni di accesso ai contenuti professionali, al programma, alle info logistiche, la rilevazione delle presenze, dovrà creare interazione tra i partecipanti e gli speaker, con la possibilità di fare domande e rispondere a quelle dei relatori, renderne disponibili i contenuti per la formazione a distanza…

Possiamo ancora migliorare nei trasporti, nell’organizzazione, nell’accesso ai servizi accessori; conto  di apportare qualche novità con il prossimo Congresso di Rimini del 2020, sfruttando le tecnologie di cui dispone il Palazzo dei Congressi, l’esperienza del gruppo che lo dirige, la sua sede favorevole e le bellezze del territorio, per  offrire al congressista un evento di respiro internazionale.

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Enrico Cavagna, medico chirurgo, è presidente del Gruppo Regionale Emilia Romagna della SIRM – Società Italiana di radiologia Medica per l’Emilia Romagna e Direttore del Dipartimento di diagnostica per immagini dell’Azienda Unità Sanitaria Locale Romagna. E’ autore di decine di pubblicazioni scientifiche.